Il 20 ottobre si tiene la competizione di calcio tra i licei, una data che nel suo piccolo è importante, non solo per gli alunni, ma anche per le scuole. La giornata sa fin dal primo passo a scuola di diverso; oggi non è un giorno come gli altri, ci ritroviamo tutti davanti alla postazione di Carmine, vengono distribuite le maglie, al triennio le Granada e al biennio le bianche. Le squadre sono pronte e arrivano in tempo per vedere finire le partite del girone precedente. Il triennio inizia per primo, la prima partita si dimostra facile, al contrario di quanto ci si aspettava, riportando una vittoria con goleada. La seconda partita decreta invece l’esclusione dalla fase finale, una sconfitta impedisce l’accesso alla semifinale. Nel frattempo la squadra del biennio si prepara a iniziare: sono tutti carichi. Si inizia a parlare di calcoli per un accesso sicuro al turno successivo, ma tutti sanno che l’unica cosa importante è vincere: se si vince si passa di sicuro, se ci si distrae a calcolare si rischia di perdere. La prima partita partono forte, ma vuoi per il fiato ancora corto o per poca attenzione, la partita termina 0-0 e si va ai rigori; una serie da 3, iniziano loro, lo sbagliano, noi segnamo, il secondo lo segnano con un potente piazzato a destra del portiere, il loro portiere ipnotizza l’attaccante che gliela tira addosso. Ultimi due, rincorsa corta, destro che cerca l’angolino ma trova il palo. È il rigore decisivo: rincorsa di 4 passi, occhi fissi al portiere, piattone interno sinistro a incrociare e a spiazzare il portiere. Ecco i primi punti. La partita termina 3-2. La seconda partita i giocatori sono più caldi, la difesa è serrata e l’attacco spinge forte. Assegnano a loro un rigore che viene parato ma comunque riescono a oltrepassare il portiere. La partita termina 3-1, sempre più vicini alla fase successiva. L’ultima partita è la più difficile ma anche la più piena di gol: 4-2 per noi con un eurogol da centrocampo poco prima del triplice fischio. C’è tensione nell’aria, forse proprio questa tensione va a danneggiare i giocatori, che già stanchi, si trovano a giocare contro la prima dell’altro girone. Il riposo è a favore degli avversari; avevano terminato alle 14 e avevano avuto ben due ore di tempo per riprendersi, noi venivamo invece da tre partite consecutive in cui abbiamo dato tutti il massimo. La partita si sblocca su un calcio di punizione che passa sotto la barriera: per la prima volta in svantaggio. Troppi errori da parte degli attaccanti, gol sotto porta sbagliati, ripetizione ossessiva di un solito inserimento diventato ormai inutile, insicurezza nel tiro. Questi fattori portano alla sconfitta per 1-0 e il termine del sogno di poter alzare quel trofeo e tornare come vincitori. La giornata nel complesso è stata molto prolifica, partite ben giocate e un rapporto tra giocatori notevole anche se non c’era mai stato un allenamento prima per conoscere la squadra. Ma dai propri errori si deve imparare e quest’ultima partita di sicuro ci ha insegnato a non abbassare la guardia e a continuare a lottare fino alla fine.
Massimiliano Paganotto