Sport, Attività Fisica, sedentarietà. Ad inizio dicembre l’Istat ha pubblicato l’ultimo rapporto sulla pratica di sport, attività fisica e sedentarietà che fotografa queste attività nel nostro paese nel 2021.
Il primo dato riportato è sicuramente positivo, sono aumentate le persone (dai tre anni in su) che praticano attività fisico-sportiva nel tempo libero, dal 59,1% del 2000 al 66% del 2021 e si riduce coerentemente la percentuale di chi non pratica alcuna attività. Questo dato però va letto insieme ad altri dati meno incoraggianti: il 16,8% degli sportivi pratica sport meno di una volta a settimana (anche se in aumento dal 12,8% del 2019) il 49,2% una o due volte a settimana (in calo dal 53,6% del 2000) e solo il 34% tre o più volte (valore stabile rispetto al 2019). Inoltre, viene purtroppo posto in evidenza che crolla la pratica sportiva continuativa tra bambini e ragazzi di 3-17 anni, dal 51,3% al 36,2%.
A quanto detto si aggiunge la familiarità nella pratica sportiva dei più giovani: quasi l’80% dei ragazzi che praticano sport hanno entrambi genitori che fanno sport, solo il 30% invece quando sia il padre che la madre non sono praticanti. Leggendo i dati pubblicati emerge una società abbastanza sedentaria, con circa 20 milioni di persone che non praticano sport e circa 26 milioni che praticano sport meno di una volta a settimana o tra una e due volte soltanto : una pratica sportiva così limitata non garantisce i benefici connessi ad un’attività fisica continuativa, praticare meno di una volta a settimana o una volta a settimana è decisamente troppo poco per ottenere benefici.
Una sana attività fisica cui dedicare il tempo libero è associata ad un maggiore livello di benessere, alla diminuzione di malattie, soprattutto cardiovascolari, e apporta benefici anche sull’umore riducendo lo stress e migliorando le facoltà intellettive.
Ricordo che in una lezione di Clinica medica del prof. Trevisani dell’Università di Bologna (alla quale purtroppo non ho assistito ma che ho avuto la fortuna di leggerne le slide che mi ha girato mia figlia) nella quale il professore sottolineava come ‘non esiste nessun farmaco che abbia minori effetti collaterali e maggiori effetti sistemici dell’attività fisica’. Esistono molteplici ed importanti studi sulla correlazione di salute e benessere con l’attività fisica, la rivista Lancet nel 2012 ha pubblicato su questo tema un numero quasi monotematico dove scriveva: ‘In considerazione della prevalenza, delle implicazioni globali e degli effetti della inattività fisica, il problema dovrebbe essere definito in modo più appropriato come una pandemia con importanti conseguenze per la salute, l’economia e la società’.
Come ultima ricerca vorrei infine citare la ricerca del Karolinska Institutet e pubblicata dallo ‘Scandinavian journal of Medicine & Science in sport’ dove sono stati analizzati più di 300.000 giocatori di golf svedesi comparandone il tasso di mortalità con la popolazione generale confrontata per età, sesso e condizioni socio economiche. Quello che emerge è che il tasso di mortalità dei golfisti rispetto alla popolazione di controllo, determinato attraverso le statistiche medie di mortalità svedesi, è risultato di un 40% inferiore, il che si traduce in una aspettativa di vita superiore di circa 5 anni e la riduzione del tasso di mortalità è simile per uomini e donne. Risultato questo statisticamente significativo con un intervallo di confidenza del 95 % circa; va altresì’ considerato che la quasi totalità dei giocatori svedesi è solita portare la sacca in spalla o trascinarla con carrelli a mano, amplificando il beneficio che si ottiene da una camminata di almeno due o tre ore fino ad arrivare alle quattro o cinque.
Un confronto significativo fra noi e la Svezia dice tutto già dai primi macro-dati sui rispettivi bacini di utenza : in Italia ci sono meno di 100.000 giocatori di golf su una popolazione di 60 milioni di abitanti, in Svezia su circa 9 milioni di abitanti ci sono più di 600.000 golfisti , ma lo stesso si potrebbe dire anche per altri paesi come Germania, Francia e Spagna senza parlare di Scozia o Inghilterra che ci surclassano di gran lunga per numero di praticanti.
Purtroppo sappiano che in Italia il golf è visto erroneamente come uno sport d’elite riservato a pochi benestanti perlopiù di mezza età , mentre dovrebbe essere considerato un’attività fisica salutare per il corpo e per la mente e che può essere svolta a tutte le età , più volte a settimana magari intervallandola con altre attività fisiche più o meno leggere per ottenere un più alto livello di ‘benessere’ generale e contribuendo così in modo certo ad una riduzione significativa della spesa sanitaria nazionale.
…. Paolo Calicchia ( per ilmiogiocodelgolf ) ….
da: https://ilmiogiocodelgolf.com/2022/12/27/il-golf-come-sport-che-allunga-la-vita/